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Radicalcoaching

“Chi sei e quale è il vero scopo della tua vita”

  • Cathiana Reyes
  • 5 Settembre 2019

 

“Ecco un esercizio per ricordarti chi sei e quale è il vero scopo della tua vita”

 

 

Chi sei e cosa sono venuto a fare in questo mondo? C’è lo chiediamo spesso, o in qualche momento della nostra vita ci chiediamo se quello che stiamo facendo è la cosa giusta per noi, soprattutto quando abbiamo la sensazione che ci manca qualcosa.

A volte anche se abbiamo intrapreso la strada che fa per noi, alcune emozioni spiacevoli non ci permettono di vedere questa cosa con chiarezza e di goderci il viaggio, perché invece di lasciarle andare passiamo il tempo a trattenerle o controllarle, perdendo tante energie in ciò che vogliamo evitare (le nostre paure).

Altre volte invece non ci rendiamo conto che stiamo seguendo la strada che qualcun altro ha voluto per noi, o semplicemente seguiamo ciò che in quel momento è più redditizio.

 

Per questo è importante sapere chi siamo e dove vuoi andare, perché così

Saprai se le tue decisioni sono in linea con ciò che tu sei

Potrai aggiustare il tiro!

Saprai se la strada che stai percorrendo è quella giusta

Tante volte non ce ne rendiamo conto che seguiamo dei copioni: avere una professione, una casa, famiglia, figli, e poi??? Cosa c’è dopo, una volta che abbiamo tutto? Crescere i figli? E quando sono cresciuti? Cresciamo i nipoti? E poi? Era questo quello che realmente noi volevamo o è il percorso che la società nella quale viviamo ci ha imposto nella vita?

 

Tu non sei solo un ruolo, sei qualcosa di più

 

Ognuno di noi, aiuta gli altri in modo diverso, non tutti dobbiamo avere una famiglia, non tutti dobbiamo avere dei figli, non tutti dobbiamo vivere per forza da soli, non tutti dobbiamo per forza stare vicino agli altri per poterli aiutare, ognuno di noi è diverso, e ognuno di noi ha uno scopo diverso, ma comune con quelli degli altri, perché, lo vogliamo o no, noi non siamo soli in questo mondo.

 

Noi facciamo parte di qualcosa di più grande di noi, non siamo soli in questo mondo!

 

Lo scopo della vita, ci ricorda chi siamo, nel profondo del nostro essere. Noi non siamo solo ruoli, siamo qualcosa di più e nei momenti di crisi, di non raggiungimento dei nostri obbiettivi, questo ci salva la vita e ci permette di essere più flessibili, meno duri con noi stessi, ci ricorda che siamo umani, e che dobbiamo prenderci cura del nostro corpo, perché è attraverso di lui che noi stiamo facendo questo viaggio in questa vita, è il nostro corpo che ci dà i segnali per capire se stiamo chiedendo troppo da lui o se dobbiamo fare una fermata piccola o più grande per capire se ciò che stiamo facendo è nel modo giusto o bisogna cambiare modalità, perché non esiste una unica strada, ce ne sono tante, e a volte le attese servono per capire meglio quale prendere per prima o quale mollare quando il percorso diventa impegnativo.

 

Non esiste un’unica strada, ce ne sono tante!

 

Dunque ti presento di seguito un esercizio che ti permetterà ed aiuterà a capire qual è il tuo  vero scopo in questa vita, in modo che questo ti serva come àncora, perché i nostri ruoli nella vita possono cambiare, ma la nostra essenza no, non è tangibile, non è misurabile –  è astratta -, ed è giusto che sia cosi, perché la materia si distrugge, cambia, la nostra essenza perdura, nessuno la può cambiare, perché è dentro di noi.

 

La nostra essenza perdura nel tempo!

 

Dunque, prenditi 20 minuti, ti serve un foglio di carta e una penna.

Se vuoi, metti un po’ di musica rilassante, cerca di stare il più comodo possibile e in sintonia con te stesso.

Ora che sei a tuo agio, osserva l’ambiente, gli oggetti intorno a te, scegline uno che senti ti possa rappresentare, perché ti aiuterà a descrivere te stesso.

 

 

  1. Iniziate a descrivere l’oggetto che avete scelto, il suo nome, com’è fatto, di che materiale è, tutto ciò che vi viene in mente, senza giudizio, seguite il flusso dei vostri pensieri, non giudicateli…

 

  1. Adesso scrivete qualcosa di positivo riguardo all’oggetto che avete scelto, perché lo avete scelto, cosa vi suggerisce….

 

 

  1. Se tu potessi cambiare qualcosa di quell’oggetto, cosa cambieresti e perché lo faresti? C’è sempre qualcosa da migliorare, mi raccomando sforzati e scrivi qualcosa….

 

  1. Quale è la funzione di questo oggetto? a cosa serve? quale è il suo uso quotidiano in questa stanza?

 

 

  1. quale è il suo vero scopo in questa stanza? Chi deve aiutare? Come rende facile la vita degli altri? Perché è stato ideato?

 

  1. Una volta finito, trasforma in prima persona le risposte che hai dato. Per esempio, se hai scelto un albero, invece di dire: “l’albero è forte e saggio”, prova a dire: “io sono forte e saggio”, e così con tutte le risposte che hai scritto. Sì, perché le parole che hai usato sono tue, ogni persona usa parole che identificano se stesso. Ti sorprenderesti se due persone scegliessero lo stesso oggetto, e ognuna di loro lo descrivesse in modo totalmente diverso. Come ultima cosa, sostituisci la parola stanza con mondo. Sì, perché noi non viviamo in una stanza, ma facciamo parte di qualcosa più grande di noi.

 

  1. E per l’ultimo se ciò che hai scritto ti è piaciuto e ti riconosci, allora chiudi gli occhi e ripeti chi sei e cosa sei venuto a fare in questo mondo, ascolta come risuona nella tua mente, nel tuo corpo e ripetilo per almeno un mese, cosi non ti dimenticherai mai più chi sei e cosa sei venuto a fare in questo mondo.

 

Cathiana Reyes – Life Coach

info@radicalcoaching.it

 

#esseresestessi #missione #scopodellavita

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Radicalcoaching

Gli errori non ti fermano, ti fortificano. L’unica cosa che può veramente fermati sei tu!

  • Cathiana Reyes
  • 1 Marzo 2019

O, più propriamente detto, sono le tue emozioni a fermarti, le tue perplessità, le tue paure, le tue ansie, come risposta davanti a una situazione che è andata male.

Questo è per esempio quello che è successo a un mio cliente davanti a una decisione da prendere nell’accettare un lavoro diverso dal solito, ma che rientrava nelle sue competenze. Si era fidato a farlo perché delle persone che lui conosceva gli avevano presentato questa nuova società. Lui aveva svolto il suo lavoro correttamente, l’unica cosa era che non aveva approfondito abbastanza tutti gli aspetti di quella collaborazione, e questo a causa della sua inesperienza in quell’ambito.

Dopo qualche anno, si scoprì che la società con la quale lui aveva lavorato era andata in fallimento, e lui era stato chiamato – con grandi ansie e preoccupazioni da parta sua – a spiegare al curatore fallimentare perché non si fosse reso conto di situazione così delicata della società stessa.

Dopo quell’errore il mio cliente si chiuse in sé stesso, e non volle più saperne di lavorare in quell’ambito, nonostante fosse un ambito molto redditizio e lui avesse tutte le competenze per avere successo.

Il mio lavoro con lui è stato quello di aiutarlo attraverso la tecnica del FastReset, facendogli cambiare prospettiva in modo che fosse nuovamente aperto a nuove opportunità, anche se non erano quelle del suo quotidiano, valutandole in modo diverso per limitare futuri errori. Alla fine del lavoro fatto insieme, si rese conto di quanto lui volesse avere sempre tutto sotto controllo, e che ogni volta che qualcosa andava storto – invece di accettare che nella vita ci possono essere situazioni spiacevoli che ti aiutano a crescere – lui si bloccava ed evitava di proseguire.

L’orientamento verso l’eccessivo controllo porta a dimenticarsi che l’uomo non ha un potere illimitato: è importante sentire di avere il controllo della vita, delle situazioni, in modo di fare del nostro meglio per raggiungere i nostri obiettivi, ma è anche importante l’umiltà di accettare gli errori quando arrivano, perché realmente non possiamo controllare tutto, perché gli imprevisti, gli incidenti, ci possono essere, e purtroppo non sempre si riesce a prevederli.

Se abbiamo fatto del nostro meglio, possiamo imparare a sentirci in pace con noi stessi, qualunque sia il risultato dei nostri sforzi che, lo sappiamo, non dipende unicamente da noi, ma anche da un po’ di buona fortuna! Solo quando siamo in armonia, possiamo capire meglio quando agire o lasciar perdere, e questa armonia si può trovare lavorando sulle emozioni negative che ci bloccano.

Se vuoi imparare una tecnica che ti permetta di fare le scelte giuste, con chiarezza e tranquillità, allora contattami.

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Definire Obiettivo

  • Cathiana Reyes
  • 6 Gennaio 2022

Se ancora non hai raggiunto i tuoi obiettivi, o non sai da dove iniziare, qui di seguito trovi 5 consigli che ti aiuteranno a definirli meglio.

 

  1. È importante conoscere la direzione verso dove voglio andare: da A (presente) verso B (futuro)

Prima di iniziare a definire un obiettivo, devo capire il punto di partenza: dove mi trovo? E poi: dove voglio andare? Cosa voglio raggiungere? Successo? Tranquillità? Cambiare lavoro? Che tipo di lavoro voglio fare? Trovare la persona giusta per me? Imparare a gestire le mie emozioni? Migliorare le mie relazioni sul lavoro?

 

  1. È importante conoscere gli ostacoli che mi separano dal mio obiettivo

Secondo, bisogna chiedersi che cosa non mi consente di raggiungere quell’obiettivo.

Per esempio, se è il successo quello che voglio raggiungere, devo farmi le seguenti domande: ho tutti gli strumenti che mi servono per arrivarci? Ho paura di fallire? Sono indeciso, non so da dove iniziare? Non ho nessuno che mi può aiutare? Quale credenze/convinzioni mi limitano? Il mondo è contro di me, tutto mi rema contro, il governo non mi aiuta.

 

  1. È importante sapere cosa farò una volta raggiunto il mio obiettivo: è uno sfizio o un desiderio vero che sento dal cuore? Darà valore alla mia vita e a quella degli altri?

Terzo, l’obiettivo che voglio raggiungere a cosa mi serve? È raggiungibile? Dipende da me? Questo punto è molto importante. Se vogliamo per esempio avere successo nella vita, dobbiamo chiederci: cosa farò una volta raggiunto il successo? Cosa farò con i soldi che avrò guadagnato?

Ricordiamoci che gli obiettivi veri sono quelli del cuore, quelli per i quali siamo venuti in questa terra, se non sai chi sei, e qual è il vero scopo della tua vita, (clicca qui se vuoi leggere di più su questo argomento: Risultati della ricerca per “chi sei” – Radicalcoaching.it ) Se gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono solo quelli del nostro ego, che vuole avere ciò che possiede il nostro amico, allora i tuoi obiettivi non li raggiungerai mai o, se lo farai, farai molta fatica e alla fine non avrai la soddisfazione che ti aspetti; la felicità vera arriva solo quando è condivisa.

 

  1. È importante che l’obiettivo sia definito, misurabile ed ecologico

Quarto, l’obiettivo deve essere ben definito, misurabile, ed ecologico; le domande che mi devo fare sono queste: cosa significa successo per me? In quanto tempo lo voglio raggiungere? Ho tempo per dedicarmi ad esso? Successo significa per me essere conosciuto dal mondo nella distribuzione di vendite di scarpe da uomo, avere un’azienda con 200 dipendenti, avere scritto 5 libri. Questo obiettivo lo raggiungerò in 3 – 5 – 10 anni. Ho tempo per farlo? Le mie forze sono sufficienti?

 

  1. Tieni sempre presente il tuo obiettivo e custodiscilo

Quinto: è l’ultima cosa da non tralasciare. Un obiettivo, perché sia raggiungibile, deve essere un segreto. Non raccontarlo a tutti, purtroppo non tutte le persone sono positive come te. Ci sono molte persone che, anche se ti vogliono bene, per la loro esperienza fanno fatica a credere che tu possa raggiungere grandi obiettivi o obiettivi diversi da quelli da loro raggiunti, e ciò ti può togliere l’entusiasmo e la voglia di raggiungere qualsiasi cosa tu ti meriti. Perciò è meglio se il segreto lo tieni solo per te e vicino a te, così ogni volta ce lo avrai ben presente e questo ti aiuterà a mantenere vivo il tuo entusiasmo. Ricordati che nella vita ciò a cui pensi di più, lo attrai, e soprattutto che ciò che vuoi raggiungere, lo senti. (clicca qui se vuoi leggere di più su questo argomento: Definire il vostro obiettivo per il 2022! – Radicalcoaching.it)

 

 

“Se vuoi essere Felice nella vita, stabilisci degli obiettivi che governino i tuoi pensieri, liberino la tua energia, ed ispirino le tue speranze”

Andrew Carnegie

 

Se vuoi fare chiarezza riguardo ai tuoi obiettivi oppure comprendere come mai non li raggiungi, contattami! Io ti posso aiutare.

Dott.ssa Cathiana Reyes Life Coach

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Radicalcoaching

Affronta il cambiamento, sblocca le tue potenzialità…. E rimani a galla!

  • Cathiana Reyes
  • 3 Maggio 2019

Ti è mai successo di:

– dover cambiare area di lavoro perché nella società per la quale lavori stanno esternalizzando proprio la tua mansione?

– sapere che ci sarà una riduzione del personale, e da quel giorno non riesci più a dormire la notte, perché pensi che il prossimo potresti essere tu?

Queste situazioni ti fanno sentire disorientato? Bloccato? Vivere nell’incertezza?

Se ti ritrovi in queste situazioni, prova a rispondere a queste domande.

  • Chi sei e cosa sei venuto a fare in questo mondo?
  • Qual è il tuo talento?
  • Cosa che ti viene così spontaneo e normale da fare, che neanche ti sforzi?

Ora sai che in questo mondo puoi anche fare altro – che probabilmente non c’entra niente con il lavoro che stai facendo adesso – come pensi di fare il primo passo, che ti porterà verso il vero obiettivo della tua vita?

 

Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso (Albert Einstein)

 

E già, Albert Einstein, che non era molto bravo in matematica, dovette studiare molto dopo l’università per poter convalidare le sue teorie. Terminati gli studi, ancora non aveva scritto la sua teoria della relatività, e prima di trovare un lavoro come fisico lavora nell’ufficio di timbri a Berna. Insieme a un suo amico, fondò un gruppo di discussione, e fu proprio in quel periodo che scrisse le sue teorie.

Dunque non bisogna essere i migliori a scuola, non bisogna avere il lavoro perfetto.

Potrebbe anche essere che il nostro lavoro non ci piaccia, ma se nel tempo libero possiamo coltivare i nostri interessi, allenando la nostra curiosità, i nostri talenti, allora perché non farlo?

Se tutto ciò che ti ho appena raccontato non ti ha dato una bella carica di energia, forse nella tua vita si sono formate delle convinzioni limitanti, che bloccano il tuo talento naturale e non ti permettono di vivere una vita piena!

Per riconoscerle e superarle, ti aspetto al workshop che sto organizzando!

Avrai in regalo!

Il mio libro in anteprima: Il fastreset come strumento nel coaching.

Quando e dove? Sabato 18 maggio, dalle 10.00 alle 13.00, via Cavour 11 Locate Varesino. Costo 50 Euro, posti limitati.

Dott.ssa Life coach Cathiana Reyes, Operatrice Fasreset, Reiki quarto livello

info@radicalcoaching.it

 

 

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Trova la persona giusta per te

  • radicaladmin
  • 15 Agosto 2016

Per trovare il tuo compagno di viaggio, definisci qual è il tuo scopo in questa vita.

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Libera la tua mente con solo 10′ meditazione quotidiana

  • Cathiana Reyes
  • 30 Marzo 2020
  • #equilibrio, #meditazione, #rimanerequieora #liberalatuamente #restaquieora #controllaituoipensieri #medicinagratisilsilenzio #miglioreterapiailsilenzio

Come rimanere focalizzati nel qui e ora con 10 minuti di meditazione quotidiana.

Spesso le persone mi chiedono cosa fare quando hanno troppi pensieri, troppe preoccupazioni, fanno fatica ad addormentarsi, fanno fatica a focalizzarsi nel qui e ora.

E allora insegno loro questa meditazione: “Anapanasati”: consapevolezza del respiro, che una volta diventata parte della tua quotidianità ti permetterà di:

  • Aumentare la tua capacità di essere focalizzato nel qui e ora
  • Avere delle intuizioni
  • Riportarti in uno stato di naturale calma
  • Migliorare la tua memoria
  • Diminuire il rischio di malattie degenerative del sistema nervoso.

In breve tempo, dopo 7-10 giorni di pratica continua per almeno 20’-30’, potrai notare dei cambiamenti positivi sia in te stesso che nelle varie situazioni di vita.

Ti presento allora qui di seguito la meditazione che ti permetterà di diminuire i pensieri negativi e quindi diminuire lo stress.

Prendi uno sgabello, in modo che la schiena si trovi diritta, le gambe aperte in modo da evitare di dondolare, avendo i piedi ben radicati per terra, i palmi delle mani appoggiati sulle gambe.

Adesso che sei nella posizione corretta e sei immobile, chiudi gli occhi e concentrati sul tuo respiro, l’aria che entra ed esce per qualche secondo fino al prossimo respiro.

Mentre inspiri, ripeti mentalmente: “unooooo”, che deve durare il tempo del tuo respiro, e intanto visualizza o immagina l’uno in mezzo alle sopracciglia; mentre espiri, fai la stessa cosa, dici “unooooo” lungo la durata del tuo respiro, e così fino a cinque e poi riparti.

Qui sotto ti riporto il compito:

 

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 poi riparti

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6 7-7

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6 7-7 8-8

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6 7-7 8-8 9-9

1-1 2-2 3-3 4-4 5-5 6-6 7-7 8-8 9-9 10-10

 

Tutto questo è un ciclo.

Devi arrivare a completare 5 cicli. Ogni volta che arrivano dei pensieri che ti fanno perdere il conto, o ti viene da grattarti, semplicemente ricominci da capo.

Mi raccomando! Non è tanto importante che tu riesca ad arrivare a completare i 5 cicli, ma la cosa più importante è che ogni volta tu sia consapevole di ciò che stai facendo.

Poi, con allenamento, arriverai a concludere i 5 cicli.

 

Quindi ricorda:

la meditazione è una tecnica che va eseguita correttamente per poter ottenere ottimi risultati:

 

1) postura con la colonna diritta (serve per la centratura) seduto con le gambe aperte e braccia appoggiate sulle gambe

2) perfetta immobilità (serve a esercitarsi a riprendere il controllo di se stessi)

3) attenzione al respiro (fare esperienza nell’essere qui ed ora)

4) focalizzare la mente solo ed esclusivamente sul compito che le hai assegnato

 

Buon lavoro!

Clicca qui https://www.facebook.com/groups/203729577588074/ se vuoi partecipare al gruppo di meditazione – radicalcoaching – che ha inizio i primi giorni di ogni mese, con mia sorella Catherin, ci eserciteremo insieme, tutti i giorni in questa pratica.

 

Cathiana Reyes – Life Coach

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Adattarsi positivamente alle avversità? È possibile?

  • creyesadmin
  • 20 Settembre 2019

Certo! Per fortuna esistono diverse tecniche che permettono di lasciare davvero nel passato le brutte situazioni vissute, che di solito ci portiamo avanti anche senza volere.

 

Quante volte ci è capitato? Di raccontare la stessa situazione dopo anni che è successa, con tutti i dettagli, quasi come vederla davanti a noi su uno schermo. Nel quale noi siamo gli spettatori, e allo stesso tempo gli attori e ci ricordiamo ogni dettaglio di come è successo, il giorno preciso, il momento giusto e anche addirittura l’ora in cui stava accadendo, se le luci si sono spente, cosa siamo riusciti a fare e cosa non siamo riusciti a fare, e tutto questo accompagnato dalla stessa forte emotività di quel momento.

 

Mentre lo racconti senti il tuo corpo paralizzato, il respiro che fa fatica a muoversi, il cuore che batte veloce, sei rapito appunto dalle varie emozioni di quel momento, e poi, alla fine, ti dici “però avrei tanto voluto aver fatto diversamente”, o magari mentre lo racconti ad altre persone sembra quasi che il tuo comportamento sia stato molto limitato o frenato e che loro avrebbero fatto diversamente.

 

Ogni persona reagisce in modo diverso alla stessa situazione, dipende dal proprio vissuto, dalle proprie abitudini, ma di solito la stragrande maggioranza delle persone, davanti a situazioni, difficili, improvvise, inaspettate, incomprensibili e sentite come pericolose.

Come potrebbe essere ricevere una notizia di una malattia grave di un parente o di un amico al quale teniamo molto, dover affrontare dei ladri che hanno provato ad entrare a casa, essere stati lasciati dal marito o dalla moglie, essere caduti improvvisamente mentre si era in bicicletta su una strada conosciuta.

Le persone si fermano, si bloccano, non sanno cosa fare, fanno fatica a riprendersi dall’accaduto e per lo più se lo ricordano per sempre.

 

E dopo l’accaduto evitano situazioni simili, perché non sono riuscite ad affrontarle in un modo diverso. Si guardano intorno e notano che tante altre persone hanno fatto la stessa cosa, evitano la stessa situazione; cosa c’è di male, lo fanno tutti?

Il problema è che, facendo così, stai solo rafforzando una azione che nel tempo poi diventa automatica e che il tuo corpo, la tua parte emotiva, il tuo cervello, ogni volta che vede situazioni simili, risponde allo stesso modo e non fa differenza se la situazione è simile, lui risponde allo stesso modo, e così aumentano le situazioni simili alle quali rispondi allo stesso modo, ormai in modo automatico.

 

Dunque cosa fare, per cambiare questa risposta automatica? La prima cosa è essere consapevoli che questo circolo vizioso si può cambiare, e che le situazioni di evitamento creano dei pensieri che rafforzano questo circolo vizioso; ma la cosa bella è che, essendo consapevoli delle emozioni che sono generate da questa situazione indesiderata, attraverso per esempio la tecnica del FastReset, queste poi in un secondo momento vengono depotenziate, il che significa che ormai i ricordi vivi di una volta iniziano a sbiadirsi, a volte anche a scomparire, e, anche se non scompaiono, ciò che scompare è la eccessiva emotività che li teneva attivi.

E così ti potrai anche ricordare di quella situazione sgradevole, ma questa volta non le darai più importanza, e, se lo vorrai, inizierai ad affrontare le situazioni simili con un atteggiamento più positivo, sapendo che magari in quel momento non eri preparato, ma che adesso è più fattibile allenarsi in un modo più propositivo per future situazioni.

 

Quindi, se volete, potete tornare ad essere fiduciosi nel futuro, avendo degli strumenti validi che vi permettano di tornare le persone positive di prima, senza paure e con tanta voglia di vivere il presente, accettando i problemi da risolvere come parte della quotidianità.

 

Cathiana Reyes – Life Coach

info@radicalcoaching.it

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Cosa dobbiamo fare quando spostano il nostro formaggio?

  • Cathiana Reyes
  • 31 Maggio 2019

Ecco la risposta a questa domanda, che tante persone si sono fatte dopo la lettura del libro: Chi ha spostato il mio formaggio, che io ho rivisitato nel mio scorso articolo. Come ricorderete, il lama, uno dei miei personaggi, rimane bloccato in un labirinto dopo che qualcuno aveva spostato il suo pregiato cibo. In questa parafrasi del nuovo libro: “Chi ha spostato il mio formaggio, il seguito ”, scritto sempre da Spencer Johnson, il protagonista, dopo aver affrontato un po’ di difficoltà e con l’aiuto di una nuova amica, riesce a trovare il modo di uscire dal labirinto e scoprire del nuovo cibo, ritrovando i suoi amici di avventura: la tartaruga, il cane e il geco. Anche in questo caso, una volta finito il cibo il cane e il suo amico geco erano partiti per cercare del nuovo cibo. Anche la tartaruga, seppur più tardi, si era messa in cerca, ma prima di scomparire aveva fatto assaggiare al lama del nuovo cibo che aveva trovato. Ma il lama non vuole mangiarlo, in quanto non era uguale al suo vecchio formaggio, cosi la tartaruga se ne va e non si rincontreranno per lungo tempo.

Il lama era quindi rimasto da solo per giorni e giorni, aspettando nuovo cibo e il ritorno dei suoi amici, ma niente. Era sicuro che se avesse tenuto duro e continuato ad aspettare, prima o poi le cose sarebbero cambiate, ma il tempo passava e non succedeva niente. Quindi, diventava nervoso e rabbioso perché niente di quello che faceva sembrava poter risolvere la situazione.

Cosi urlò: NON è GIUSTOOOO!

Si chiedeva come mai non era partito insieme alla sua amica tartaruga, e intanto aveva sempre più fame, girando e rigirando alla stanza dove si trovava. Un giorno, ritrovò per caso uno scalpello e un martello che nel passato aveva usato per abbattere i muri e li mise dentro uno zaino; trovò anche le sue scarpette da tennis, quelle che usava una volta per andare a cercare del cibo. Cosi capì che doveva di nuovo andare a caccia di cibo, ma questa volta era una questione di vita o morte. Era da solo, cosi per non dimenticarsi scrisse su un pezzo di carta alcune parole.

Come stanno le cose:

  • Devo trovare altro cibo, se non ci riesco muoio.
  • Il Labirinto è un posto pericoloso, pieno di angoli bui e vicoli ciechi.
  • Dipende tutto da me, sono solo!

Mentre cercava nel labirinto, luogo buio e difficile da esplorare, ritrovava a volte delle tracce del passaggio della tartaruga, e delle scritte sui muri, ma era talmente stanco e aveva tanta fame che non riusciva a leggere i messaggi.

Si chiedeva soltanto, perché non sono riuscito ad andare via con il mio amico?

Forse perché era testardo? O un cattivo lama? O uno stupido? Il lama continuava a ruminare nella sua testa: magari questa è una punizione per qualcosa che ho fatto! Mentre si diceva queste cose, trovò una frase lasciata dalla tartaruga: Se segui le tue vecchie convinzioni non arriverai mai al Nuovo Formaggio.

Il lama pensò: ma se il cibo pregiato non c’è più, cosa centrano le convinzioni? E cosi, stanco di non trovare del cibo e di pensare tanto, si addormento esausto….

Quando si risvegliò, trovò qualcosa per terra. Era una cosa strana, sembravano dei sassi di colore rosso e, quando si avvicinò per vedere cosa era, si rese conto che non era un sasso, che era morbido e aveva un buon odore. Stava per darle un morso, quando un pensiero gli passò per la testa: stai attento, non mangiarla, può essere velenoso. Inoltre, non si era accorto che lì vicino c’era un altro lama, una femmina che non aveva mai visto fino ad allora. Lei gli disse che lo vedeva affamato, di mangiare quindi le palline rosse, che erano buone, ma lui rispose che non le conosceva, che lui mangiava solo cibo pregiato come tutti gli altri lama. Lei insistette che, visto che lui aveva fame, poteva provare questo nuovo tipo di cibo, che era buono. Ma lui niente.

Così si riaddormentò e quando si risvegliò, aveva una gran fame, si ricordò subito della sua situazione e che il suo cibo pregiato non c’era più da un bel po’. Si guardò intorno e non vide più la straniera, ma erano rimaste quelle palline rosse. Così le annusò ancora, e senti un ’odore buono e dolce. Decise dunque di mangiarlo: uhm – disse – non sembra così male, e un boccone dopo altro si mangiò tutte le palline che trovò, e si riaddormento.

La mattina successiva, mentre si risvegliava, vide la sua nuova amica, e lei gli disse: allora, non sei morto? Ho visto che ti sei mangiato le palline rosse? Lui rispose: sì, le ho mangiate tutte erano tutte buone, ne hai altre? Lei rispose che lui si era mangiato le ultime.

Ma come – disse lui – e adesso cosa facciamo? Lei gli rispose: andiamo a cercarne altre!! E poi le chiese: scusa potresti dirmi il tuo nome? Lei rispose: Luce. Ah che bel nome luce, per fortuna che ti ho trovato così non sarò da solo in questa nuova avventura. A questo punto tutti e due i lama con la loro nuova amica si avviarono verso il labirinto. Il lama portò con se il suo zaino con dei vecchi attrezzi, non si mai se potevano servire.

Si misero a cercare del nuovo cibo – quelle deliziose palline rose – ma niente. Giravano per i soliti corridoi stando molto attenti a superare i vicoli ciechi e gli angoli bui, cosi mentre cercavano gli venne in mente come aveva cambiato idea o convinzione sul fatto che prima per lui: “l’unico cibo era solo quello pregiato, il suo formaggio”. Ora invece, dopo aver provato le palline rosse, si era reso conto che erano buone anche se erano palline. Da questa riflessione, risultò questa frase:

 

Puoi cambiare idea. Puoi scegliere una nuova convinzione.

Una vecchia convinzione può tenerti prigioniero.

Le convinzioni sono delle idee che tu credi siano vere.

Alcune convinzioni possono intralciarti, altre convinzioni possono aiutarti.

Non sei le tue convinzioni, ma sei quello che sceglie le tue convinzioni.

 

Questo nuovo modo di pensare gli diede nuova energia per andare avanti a cercare il nuovo cibo, così insieme alla sua amica continuarono a cercare in ogni angolo del laberinto, ma niente. Si senti allora di nuovo giù, e si fece una domanda: dunque ora che so cosa è una convinzione e quanto sia forte, e come sia facile sceglierne una nuova… cosa dovrei fare in questo momento? La risposta era ovvia: doveva mettere a frutto quella sua nuova scoperta per portare a termine la missione. Doveva partire alla ricerca di nuovo cibo indifferentemente se questo fosse pregiato o no. Il problema era che lui e la sua nuova amica le avevano già provate tutte. Non c’erano altri posti dove cercare.

Era una missione impossibile e quindi – se questo era vero – che senso aveva provare ancora?

Però se l’idea che l’impresa fosse impossibile non fosse stata altro che una convinzione, avrebbe potuto cambiarla?

Avvertì un enorme energia che non aveva mai sentito prima d’ora, la risposta fu, ovviamente siiiiiiiii

Chiamò subito la sua amica e le disse: ora lascio il mio zaino pesante e andiamo a cercare dentro quei angoli bui, in tutti i posti dove prima d’ora ci sembrava impossibile entrare. La sua amica non poteva credere a ciò che stava guardando: il suo amico era cambiato, era un altro, era semplicemente diverso!!!!!

E così, insieme, andarono verso i luoghi bui, e trovarono una porta nascosta, che apriva su un tubo lungo che sembrava non finire mai. Era sempre buio, ma da un momento all’altro si vide una luce, e più procedevano in avanti più questa luce aumentava, finché uscirono da questo tunnel e si trovarono subito di fronte del nuovo cibo. Sentirono dell’aria fresca che prima d’ora non avevano mai sentito, si sentirono in paradiso con tante diversità di nuovo cibo e un nuovo posto da scoprire………

Dopo tutta questa eccitazione, Il lama si girò e vide che c’erano anche tutti i suoi amici: la tartaruga, il cane e il geco: erano lì, e lui era molto felice di averli ritrovati. Spiegò dunque loro come fosse riuscito ad uscire dalle sue convinzioni grazie all’incontro con la sua nuova amica luce, che presentò subito a tutti.

Dopo questa bellissima giornata, il lama fece queste riflessioni:

 

Non esistono limiti a quello in cui poi credere

A volte bisogna credere a qualcosa prima ancora di riuscire a vederla

Non devi credere a tutto ciò che pensi

 

Spero tanto ti sia piaciuto anche questa storia! Se vuoi avere comunque degli strumenti che ti permettano di superare le tue emozioni e convinzioni limitanti mentre persegui la tua strada.

Non aspettare Contattami, il primo incontro conoscitivo è gratuito!

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Convinzioni limitanti?

  • Cathiana Reyes
  • 10 Maggio 2019

Non è il momento giusto per aumentare i miei clienti!

A volte ci chiediamo come i nostri colleghi riescano a trovare clienti anche in momenti di crisi.

Ma come fanno?

Mentre noi fatichiamo a chiudere un affare con un minimo guadagno, loro riescono a farsi pagare il giusto!

Cosa sta succedendo?

Nonostante un lavoro svolto in modo professionale – che cerca in tutti modi di accontentare i clienti – e benché non manchino i ringraziamenti per un lavoro ben fatto, alla fine non si vedono i frutti del proprio impegno e del tempo impiegato.

Inoltre, abbiamo già provato a migliorare la nostra comunicazione con il cliente, le nostre strategie di marketing, ma ancora non abbiamo capito cosa non gira…

Molto probabilmente, ciò che ci rema contro sono le nostre convinzioni limitanti!

Le convinzioni sono ciò che riteniamo vero. Esse orientano i nostri pensieri e le nostre scelte, ma sono appunto convinzioni, non certezze o verità.

Esse possono riguardare tutti gli ambiti della nostra vita professionale: soldi, clienti, economia, successo, e, quando sono “limitanti”, cioè quando ci convincono che alcune cose sono sbagliate o non si possono fare, rischiano appunto di limitare le nostre azioni con il fine di proteggerci, ma con il risultato di ostacolarci.

Ecco qualche esempio di convinzione limitante:

  • In questo momento di crisi è impossibile aumentare i miei clienti.
  • Il lavoro che faccio non può essere troppo costoso, se no nessuno me lo comprerebbe.
  • Faccio fatica ad alzare i miei prezzi, mi sembra di ingannare la gente.
  • Chi è ricco è disonesto.
  • Il prezzo del mio lavoro è giusto, ma mi sembra troppo alto.
  • Se nessuno ci ha provato, è perché non può funzionare.

Ogni volta che prepariamo un nuovo prodotto, una nuova offerta per i nostri clienti, o semplicemente facciamo marketing su un prodotto già in catalogo, ma nella nostra testa girano queste frasi, non ci stiamo dando il “via libera” per avere successo…

Di seguito, vi propongo allora un piccolo esercizio su come fare per evitare queste trappole mentali chiamate convinzioni limitanti, e cancellarle.

Ad esempio, vorresti aumentare del 10% i tuoi clienti, ma sei convinto che sarà molto difficile in questo momento, perché la crisi è troppo forte.

Fatti questa domanda: “se io non provassi, cosa succederebbe?” Potresti dire: “beh, se non faccio pubblicità allora non avrò più clienti e forse eviterei anche di sentirmi un fallito nel caso le cose non dovessero andare bene.”

Adesso mettiamo insieme queste due frasi:

La mia convinzione “che in questo momento di crisi sarà molto difficile aumentare del 10% i miei clienti, vuole proteggermi dal sentirmi un fallito nel caso le cose non dovessero andare bene”

Sei seduto comodo? Con le gambe rilassate (non incrociate o accavallate), hai la schiena diritta? Si!.

Ora, ripeti la frase ad alta voce (o anche solo mentalmente) e quando hai finito inspira profondamente e sposta il tuo sguardo, espirando, verso le mani.

Ripeti questa azione almeno 3 volte, poi pronuncia questa frase “di rilascio”:

“lascio andare la mia convinzione che in questo momento di crisi sarà molto difficile aumentare del 10% i miei clienti, che vuole proteggermi dal sentirmi un fallito nel caso le cose non dovessero andare bene. Tutto quello che non serve, non mi interessa e non mi appartiene più”

Ricorda: ogni volta che ti accorgi di avere una convinzione o credenza limitante, che ti inibisce o ti blocca nell’azione, puoi formare una nuova frase simile a questa, ripeterla respirando e guardando le tue mani. Ripeti l’azione almeno 3 volte e poi formula e pronuncia la frase di rilascio.

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Ennesimo fallimento in amore? Prova e riprova, e niente!

  • Cathiana Reyes
  • 8 Marzo 2019

Non capisci cosa succede! I tuoi uomini sono sempre tutti sbagliati! Ti fai domande del tipo: quale sarà stato il mio errore questa volta? Sarà stato qualcosa che ho detto, che ho fatto?

Scappano tutti, soprattutto quelli che mi piacciono! Quelli che non mi piacciono invece restano solo per il sesso! Mi dicono tutti che sono gran persona, che li so ascoltare, che sono una tipa con i piedi per terra, e anche molto sexy. Ma poi se ne vanno…

Dopo ogni rottura ti dici basta, non ne voglio più sapere degli uomini! O ti dici, non troverò mai l’uomo giusto per me! O, peggio ancora, c’è qualcosa dentro di me che non va!

Ed ecco che dopo un po’ che provi a stare da sola, ci ricaschi ancora, va beh riproviamoci, non voglio restare da sola tutta la mia vita.

Ad un certo punto arriva il giorno in cui sembra tutto a posto: hai conosciuto da poco un uomo, avete seguito “Le regole” (per chi non ha ancora letto il libro di Ellen Fein  e Sherrie Schneider, può chiedermelo a info@radicalcoaching.it) o quasi: è stato lui ad invitarti a uscire, era sempre lui che ti chiamava, era sempre lui a venirti a prendere a casa.

Ma ecco che lui – dopo che avete iniziato a uscire con una certa regolarità – dopo averti detto che prima d’ora non aveva mai conosciuto una donna come te, ecco che “ti vuole conoscere bene”, tu, che all’inizio eri partita molto tranquilla, ma con un po’ di distacco, perché certo non è il primo che ti dice tutte queste cose (insomma, bisogna andare con i piedi di piombo), però il fatto che lui nota delle cose in voi che sono vere, ti fa sciogliere un po’.

Inoltre, a volte lui fa delle uscite molto strane e fuori luogo, che ti fanno venire dei dubbi, ma poi vai avanti lo stesso perché mica si può giudicare qualcuno chi si conosce da poco, giusto?

Dunque, dov’ero rimasta? Ah sì, che dopo tutto questo tempo di conoscenza reciproca, lui ti dice che deve parlarvi.. e fa pure la premessa che non vuole rompere (che ti fa già tremare), ma che dovete parlare.

Il giorno della fatidica conversazione, ovviamente non vedi l’ora di sapere cosa stia succedendo, ti limiti ad ascoltare attentamente. Lui inizia scusandosi perché ha capito in tutto questo tempo che siete diversi, non siete compatibili, e che la relazione non può andare avanti, perché lui si conosce bene, e ha visto in te cose che non vanno bene per lui, che già dall’inizio c’erano e non lo convincevano ma ha voluto andare avanti per capire meglio. Che in te non c’è niente di sbagliato, ma che non ti vuole prendere in giro, perché ha visto in te una brava persona, molto sensibile e allora preferisce non andare avanti.

Resti senza parole, sconfitta anche se questo non glielo dite, ma ti senti usata, presa in gira e molto delusa per l’accaduto.

Qui occorre prestare attenzione: ogni volta che incorrete nella stessa situazione, non fate che rafforzare in voi lo stesso circuito di risposte automatiche, che invece di aiutarvi a cambiare vi fa ripetere gli stessi sbagli, le stesse situazioni, riprovare le stesse emozioni.

Cosa fare in questi casi? Se hai già provato di tutto, ti sei fatta delle domande, e non trovi delle risposte, non sai come modificare le tue azioni, le tue risposte a queste situazioni, molto probabilmente ci sono degli schemi di risposta che partono in automatico! Se vuoi approfondire, leggi nel mio blog: “Schemi ripetitivi ed emozioni?”. Se invece vuoi provare a cambiare da sola le tue convinzioni, vai sul mio blog e cerca: “Ottimismo e schemi mentali”. Se infine cerchi qualcuno che ti possa aiutare, se non vuoi più perdere tempo puoi cercare me: faccio incontri tramite skype, whatsApp o anche al telefono, quindi non c’è bisogno che tu ti sposti da casa. Il primo incontro è gratuito. Chiedimi un appuntamento a info@radicalcoaching.it

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