Mettersi a disposizione degli altri
Questa volta vi presento la testimonianza di Ivi Kussmaul, studentessa tedesca di 18 anni. Ho ascoltato il suo intervento lo scorso febbraio nel seminario annuale internazionale che l’ADI, Associazione docenti e dirigenti scolastici italiani, realizza ogni anno a Bologna. In quell’occasione, presentava la sua scuola di Berlino. Ha parlato in modo molto semplice e con molta passione della sua esperienza in questa nuova tipologia di scuola, davanti a 500 persone in una lingua che non era la sua, l’inglese. In questa scuola molto innovativa, che lei ha iniziato a frequentare dall’età di 10 anni, oltre alle solite materie come matematica e lingue, si affrontano altre discipline altrettanto importanti: coraggio, responsabilità e autonomia (qui la trascrizione del suo intervento http://adiscuola.it/pubblicazioni/esbz-a-berlino-una-scuola-che-valorizza-gli-studenti/). In questo mio post, riporto il suo intervento per quel che riguarda l’apprendimento del concetto di responsabilità verso gli altri, e di come questa esperienza la ha aiutata a superare le sue paure, a migliorare la sua fiducia in se stessa, e le ha dato grande energia per superare anche le materie più noiose a scuola.
Il progetto responsabilità
Adesso vengo alla parte che più mi interessa, la più importante: il progetto della responsabilità.
Dal settimo e ottavo anno, quando gli allievi hanno 12-13 anni, cominciano ad assumere degli impegni sociali.
Gli impegni possono essere presso una scuola dell’infanzia o in una casa di riposo, oppure possono andare a parlare in pubblico dei cambiamenti climatici, di sviluppo sostenibile, o altre attività ancora, come la manutenzione di un parco, ecc.. L’importante è fare qualcosa di positivo per gli altri, fare del bene.
Ecco una parte del racconto di Ivi: quando ho cominciato con il progetto responsabilità avevo 12 anni, mi sono recata in una scuola dell’infanzia, ho bussato alla porta e ho detto: “Buongiorno mi chiamo Ivi, avete bisogno di aiuto?” Ero timidissima e veramente spaventata, e mi chiedevo: “Che ci faccio qui? Che cosa so fare? Non sono capace”. Invece sono stata accolta a braccia aperte, mi hanno detto di cominciare la settimana dopo, ero veramente entusiasta, mai avrei pensato di essere utile agli altri. Magari potevo essere brava in matematica, ma mai avrei creduto di potermi mettere a disposizione degli altri.
Ho organizzato delle lezioni di danza moderna per bambini piccoli 3 – 5 – 7 anni, volevo trasmettere la mia passione per la danza contemporanea. Immaginate però 10 bambini che corrono come degli scalmanati senza controllo, non sapevo come fare a tenerli a bada. Gestirli non è stato facile, ma alla fine in un modo o nell’altro siamo riusciti a fare anche il saggio finale. Dopo lo spettacolo mi sono seduta con i bambini e ho detto: “E’ stato bello, allora, adesso ci salutiamo”. Ero sollevata, non ne potevo più, perché era stato un anno bello, ma anche stressante per me. Un bambino, allora, mi ha detto: “OK, ciao, ci vediamo dopo le vacanze estive”. Ero atterrita, ma erano tutti d’accordo, mi hanno gridato: “Vogliamo che torni, vogliamo che torni”. Tutti avevano dato per scontato che avrei continuato, io però non ho preso impegni sul momento e durante l’estate ci ho riflettuto. Mi sono detta “Ok lo rifaccio, ma nel mio tempo libero”. Così ho rifatto un altro anno. Di nuovo è arrivata l’estate, di nuovo la stessa situazione che si è ripetuta, e di nuovo ho rinnovato l’impegno perché ai bambini era piaciuto tanto. Era stato utile per i bambini.
Non facciamo niente di speciale in questi progetti. Utilizziamo i nostri fondi, quelli che ci vengono anche dati dalle nostre famiglie. Alcune volte occorre andare oltre quanto programmato a scuola, e questo è veramente un momento critico, che fa paura, ma una volta che hai superato questa linea rossa, niente più ti spaventa, perché hai già fatto la prova, perché vedi che ci sono delle persone che dipendono da te e che stai facendo un piccolo grande cambiamento per qualcun altro. Tutto questo ti fa cambiare, fa la differenza, senza questo progetto, non mai mi sarei immaginata di poter essere utile agli altri.