Io basto? Sì!
Io basto? Io credevo di sì. Alla domanda chiudevo gli occhi e sentivo il mio respiro profondo che inondava tutto il corpo, sentivo l’aria che entrava dal mio naso e arrivava fino all’osso sacro, accompagnato da un pizzico di eccitazione. Era credo orgoglio, sì, mi sentivo orgogliosa di essere arrivata ad un buon punto della mia vita, dove ormai avevo superato tanti blocchi emotivi.
Ormai sapevo che direzione dovevo prendere, sapevo dove andare, iniziavo a scegliere invece di accontentarmi o accettare quello che c’era per paura di non avere niente.
Però, nonostante sapessi cosa volevo nella mia vita, e facessi la vita che avevo deciso di fare, mi sentivo ferma, come se le cose non si muovessero esattamente come volevo io.
Il libro che stavo scrivendo era fermo, a casa avevo ancora un po’ di paura quando restavo da sola, ogni mattina facevo ancora fatica ad alzarmi. Mi risvegliavo sempre tutta rigida, con forte dolore alla cervicale e alle spalle e questo mi faceva restare ancora a letto. Dovevo fare stretching tutte le mattine, e quando non riuscivo a farlo al pomeriggio mi stancavo subito, e non vedevo l’ora di riposarmi.
Mi era capitato di ascoltare la formatrice di un corso di aggiornamento: diceva che, quando si fa fatica a decidere, è perché molto probabilmente non ci si fida di sé stessi, e questo potrebbe essere dovuto a un conflitto che risale agli anni dello sviluppo. Da piccoli, la famiglia è il proprio punto di riferimento. Comportarsi in modo non corretto, o almeno visto male dagli altri, porterà i nostri genitori (o i nostri parenti) a non fidarsi più di noi, e quindi ci conformiamo, cercando in tutti modi di mantenere l’idea positiva che abbiamo dato di noi stessi, e cioè della brava persona, che si deve comportare bene. Peccato che, nei momenti in cui dovrà decidere per sé stessa, questa persona non lo farà, perché prima deve accontentare gli altri…
Ascoltando questo fatto, mi si accese la lampadina: mi viene in mente un ricordo di quando ero piccola. Realmente, questo ricordo l’avevo sempre avuto, ma non gli avevo mai dato molto peso. Capii che era proprio per quella ragione per la quale non mi fidavo completamente da me stessa: non volevo essere come i miei genitori, sì perché quel ricordo era che loro litigavano duramente e io non sapevo cosa fare, cosi andavo di corsa a nascondermi sotto il letto, cercando di capire come dovessi agire. Alla fine, mettevo la maschera della brava ragazza e accettavo sempre che mio padre decidesse nella mia vita, anche se io non ne ero molto convinta. Questo ovviamente si era ripetuto anche nella mia vita di adulta: senza rendermene conto, la storia si riproduceva.
Quando ebbe questo insight, usai la mia tecnica preferita, Fastreset, ed andai a integrare l’informazione che in quel momento mi mancava. Poco dopo mi messi a piangere per il dolore che avevo provato in quel momento, per la frustrazione di non riuscire a reagire, non solo in quel momento, ma un po’ in tutta la mia vita. Quando smisi di piangere e di resettarmi, provai però una pace interiore, una sensazione che già conoscevo, ma questa volta mi sentivo ancora più libera, sentivo un respiro ancora più completo, sentivo che realmente mi ero liberata da quella parte del mio passato che non mi permetteva di sentirmi abbastanza, di sentirmi fiduciosa in me stessa.
Il giorno dopo finii il mio libro – che era rimasto sulla scrivania per tanto tempo – e inviai le bozze. Sparì la mia paura di rimanere da sola a casa, perché mi resi conto che non avevo bisogno di nessuno, ma solo di me stessa, della mia tranquillità di sapere che nella vita può succedere di tutto in qualsiasi momento e che nessuno, neanche mio marito, mi poteva aiutare a sentirmi sicura, perché la sicurezza adesso faceva parte di me, era dentro di me e nessuno poteva togliermela.
Dopo qualche giorno ancora, andai alla mia programmata visita dal dentista, e finalmente capii che il problema della cervicale che mi disturbava da tempo, e anche i dolori alle scapole, alla schiena, alla zona lombare erano dovuti alla malformazione dei miei denti, probabilmente perché da piccola avevo bevuto dal biberon fino all’età di 6 anni, e in seguito i due colpi di frusta che avevo subito a causa di due incidenti stradali non avevano fatto altro che peggiorare la mia situazione.
Nella vita affrontiamo tante situazioni, tanti cambiamenti, ma grazie al lavoro su di sé, alla consapevolezza, ai consigli di persone competenti e all’uso di vari strumenti come il reiki, il Fastreset, la somato experience e alcune tecniche di respirazione sono stata in grado di prendere in mano la mia vita, capire da dove venivano alcune difficoltà e superarle, vedendo davanti a me una molteplicità di opportunità per realizzare il mio potenziale e diventare quella che, anche senza saperlo con certezza, volevo essere.
Se vuoi avere anche tu degli strumenti, che ti permettano di affrontare al meglio i cambiamenti della tua vita, scrivi a: info@radicalcoaching.it per Corso esperienziale: sabato 18 maggio dalle 10.00 – 13.00 a Locate Varesino (CO).