Io sono una brava ragazza! Io evito di litigare.
Era questo ciò che mi dicevo sempre, ogni volta che avrei invece voluto affrontare qualcuno. Vinceva la mia maschera di brava ragazza: mi mangiavo ciò che avrei voluto dire, e semplicemente accennavo, facevo finta che tutto andasse bene, e per non ascoltare quanto mi infastidiva facevo ciò che gli altri volevano, così continuavo ad avere amicizie che invece avrei tanto voluto chiudere.
Solo per citare un esempio, quando lavoravo in ufficio iniziai a frequentare una nuova collega, anzi lei mi invito a una riunione con le sue amiche. Avrei dovuto capirlo da subito che era una ragazza strana, (di questo me ne sono resa conto più tardi): tutte le ragazze presenti non erano amiche sue, ma di sua sorella.
All’inizio andava tutto bene, perché per fortuna mia si era fidanzata e quindi ci sentivamo ogni tanto. Certo, ogni volta parlava solo lei di lei e delle aspettative che aveva dal suo ragazzo, e che ovviamente lui non raggiungeva e quindi della sua ennesima delusione.
I problemi iniziarono quando si lasciarono: inizio a scrivermi ogni giorno, a tenermi al telefono più di un’ora ogni volta, tutti i weekend voleva uscire con me e io, come brava amica e soprattutto brava ragazza, non riuscivo a dirle mai di no. Questa cosa però iniziava a scocciarmi: mi chiamava il lunedì per sapere cosa avevo da fare nel weekend successivo, e io con così tanto anticipo non riuscivo a dirle mai di no. Addirittura, facemmo una vacanza insieme, e mi toccò tenerla sotto controllo e curarla perché si ubriacava e gli uomini che si trovavano intorno volevano approfittarsi di lei.
Per fortuna in quel periodo iniziai il mio corso di master in Metacorporea e capii che tipo di persona era questa ragazza, capii anche che con gli strumenti che avevo allora non potevo aiutarla più di tanto. Era già seguita da un counselor, e per me lei era solo una conoscente, così decisi di limitare i nostri rapporti: all’inizio, quando mi chiedeva se ero libera, ancora la mia maschera di brava ragazza non mi permetteva di dire un NO tondo, però le rispondevo che era troppo presto per decidere. Lei insisteva, e io le dicevo che avevo già preso un altro impegno, cosi lei continuava a chiedermi sempre cosa avevo da fare, ogni lunedì.
In tutto questo tira e molla, accettai di andare via un weekend insieme: compriamo i biglietti e prenotiamo l’albergo, con tre mesi di anticipo. Poi però io mi pentii e quando mancavano due mesi le dissi che per motivi di lavoro non potevo andare ma, dopo una serie di e-mail in cui cercavo sempre di essere gentile ma mi sentivo dire di essere una manipolatrice, le dissi la verità: apriti cielo! Non ci sentimmo per un po’, in seguito mi arrivo una e-mail un mese prima, per fare pace e fare il weekend. Dissi di no, e finalmente non seppi più niente di lei.
Questa fu una delle peggiori situazioni in cui mi sono trovata, mi sembrava di avere una stalker! Dopo questa storia credevo di aver superato questo mio modo di fare troppo accondiscendente: da un lato mi sentivo tranquilla, ma da un altro mi sentivo in colpa per averla trattata male (ecco la mia maschera di brava ragazza che ritornava ancora). Cosa c’era dietro tutto questo meccanismo? Ogni tanto me lo chiedevo.
Finalmente, partecipando ad un corso, mi si accese la lampadina! Sentii dire che se un bambino sente litigare in casa i genitori o dei famigliari, e lui percepisce questa come una cosa da non fare, questa permane nel suo inconscio: “io non sono come loro, non farò mai come loro”, e così, per essere diverso dai propri genitori, il bambino si crea una maschera di brava persona. Però, le brave persone non discutono, per evitare il contrasto non affrontano i problemi, e quindi lui eviterà sempre il confronto. Peccato, però, che cosi non potrà mai fare realmente quello che vuole lui, perché il bravo ragazzo farà sempre ciò che gli viene chiesto, ciò che gli altri si aspettano da lui.
Grazie a questo, me ne resi conto del perché non riuscivo ancora a togliermi di dosso la maschera di brava ragazza: quando ero piccola vidi i miei genitori litigare, e io non sapevo cosa fare, così mi ero nascosta sotto il letto, aspettando che si risolvesse la lite, e desiderando di non essere come loro.
Usando la tecnica del FastReset, finalmente sono riuscita a togliermi questa maschera. Questa tecnica è perfetta quando ci si ricorda la scena in cui il problema che vogliamo risolvere ebbe inizio: se la applichiamo da soli, ci vuole più tempo, ma se invece ci si fa aiutare da un operatore, il tutto si risolve più rapidamente.
Se vuoi imparare la tecnica, ti aspetto al corso che sto organizzando il 18 maggio 2019 a Locate Varesino. Se invece vuoi trovare subito una soluzione, contattami a info@radicalcoaching.it, il primo incontro è gratuito.