Il mio rinnovato incontro con la spiritualità
Leggendo uno dei tanti libri scritti da Lowen (padre della bioenergetica), mi rimase impresso il suo desiderio che il figlio frequentasse una scuola cattolica, perché per lui era importante che il ragazzo crescesse con dei valori e soprattutto che sapesse dell’esistenza di Dio: da grande, questa conoscenza lo avrebbe aiutato nei momenti di difficoltà. Mentre programmava il percorso di studi del figlio, si rese però conto che egli era già in contatto con Dio. E cosi decise di fargli frequentare una scuola normale.
In effetti credo anch’io che i bambini fino ai cinque anni, più o meno l’età in cui non hanno ancora iniziato la scuola, sono ancora molto a contatto con Dio, lo sentono essendo in contatto con la loro vera natura. Quando invece iniziano con la scuola sperimentano le prime paure: di stare da soli senza la mamma, di persone che non conoscono, magari anche di maestre un po’ ostili, e – perché no – di dover imparare tante nuove cose. Tutti questi cambiamenti creano dei disagi che bloccano le capacità di sentire, e allora quel bambino si dimentica di Dio, si allontana da lui, smette di sentire che fa parte di qualcosa di più grande di lui. E ci si dimentica chi siamo e cosa siamo venuti a fare in questo mondo.
Nella mia vita, a me era successo qualcosa di simile: vi racconterò quindi come era il mio rapporto con Dio e poi del perché mi allontanai da Lui. Comunque, anche se non ne volevo sapere più niente, lo stesso lui c’era e me lo faceva sentire, ma io non capivo.
Ricordo ancora quando mio padre, tutte le sere prima di andare a dormire, mi insegnava a pregare. Questo rito costantemente ripetuto mi piaceva, mi faceva sentire a contatto con papà. Di notte, quando avevo paura, non sapevo come addormentarmi e allora provavo a contare le pecore, ma non funzionava. Così iniziavo a pregare fino a quando mi addormentavo. Questo mi faceva sentire protetta.
Quando frequentavo le elementari, mio padre mi accompagnava a catechismo tutte le domeniche: mi stavo preparando per la prima comunione, mi ricordo che mi piaceva ascoltare le storie raccontate dei preti riguardo la vita di Gesù, cantare le canzoni durante la messa, le avevo imparate quasi tutte. I miei genitori erano separati, per questo era mio padre a portarmi in chiesa, a scuola, al parco. Spesso prima di sera lo accompagnavamo a comprare il pane, mentre nel weekend andavamo insieme al mercato. Quando tornavamo a casa, mio padre si lamentava di mia madre e ci raccontava della loro storia, di come si erano conosciuti, del perché si erano sposati ed il motivo per cui, dopo avere avuto 6 figli, decisero di separarsi.
Lui parlava sempre male di lei, diceva che era una cattiva madre e per questo aveva deciso di occuparsi delle ultime tre figlie, infatti lui mi faceva sia da Padre che da Madre, nonostante mia madre vivesse nella nostra stessa casa.
Quando divenni adolescente, l’odio di mio padre verso mia madre aumentò, e io non capivo come un uomo così religioso non potesse perdonare quanto secondo lui mia madre faceva e aveva fatto in passato. Dopo tutto, la chiesa cattolica ci diceva di perdonare tutti, e che l’odio è sbagliato. Iniziai così a non andare più in chiesa con lui, perché ciò che faceva mi sembrava un’ipocrisia, mi sembrava troppo facile andare in chiesa e dire: “mia colpa, mia colpa”, e poi tornare a casa uguale con lo stesso atteggiamento. Iniziai a non credere più in Dio e nella Chiesa Cattolica, anche se dopo la comunione feci anche la cresima principalmente per senso del dovere, perché a scuola i miei amici lo facevano e perché la mia famiglia era cattolica, e non potevo fare diversamente. Anche dopo l’esperienza positiva del ritiro spirituale, svolto prima di fare la Cresima, non sono tornata ad aver fiducia in Dio, ma avevo comunque iniziato a sentire qualcosa dentro di me, che in quel momento non sapevo bene cosa fosse.
Passato diverso tempo, verso i 36 anni ho avuto quella che può essere considerata una “crisi esistenziale”, che mi ha portato a compiere una ricerca di crescita personale per capire cosa stesse succedendo nella mia vita. Decisi di fare il corso di coaching per capire se quella potesse essere la mia strada. Al termine del percorso, ancora non ero tornata a credere in Dio, però iniziai a farmi delle domande riguardo a Lui, se veramente esistesse o no, e se fosse giusto che le persone lasciassero a Lui tutto il potere di risolvere il loro problemi.
Dopo questa bellissima esperienza, capii che il mio percorso di crescita personale stava iniziando, con una nota più positiva, che il coaching era la strada giusta per me, e anche se avevo ancora tanto da lavorare e migliorare su me stessa, ora avevo tanti strumenti con i quali avrei potuto proseguire da sola, almeno per un po’. Sentivo di non avere bisogno di guide esterne, ma che dovevo iniziare a seguire il mio istinto.
Riprendendo il filo del discorso sul mio allontanamento da Dio e della chiesa cattolica, causati della mia delusione per il comportamento di mio padre, l’aver scoperto che la mia strada stava cambiando mi fece capire che avevo ancora tanto da capire. Continuai dunque a cercare corsi che mi aiutassero a comprendere come stavo progredendo, e cosi trovai un corso che mi piaceva molto, che mi portò anche ad acquisire il primo livello reiki.
Reiki, ma cos’è? Non lo sapevo, ma visto che era un requisito per ottenere un attestato che desideravo tanto, mi convinsi a farlo.
Per me è stata un’esperienza molto illuminante: il contatto con questa esperienza mi ha dato pace, tranquillità, apertura mentale. Più usavo il reiki, più mi faceva sentire parte di qualcosa di più grande. Ho iniziato a capire che tutta quella energia che avevo sentito durante tutta la mia vita, era la sua presenza, è che io per cause di tutte le mie paure, convinzioni limitanti, mi ero allontanata da questa forza. Grazie al Reiki ho ripreso a sentirla, a capire che non sono da sola nel mondo, che basta che mi connetta con lui per sentirla, e questo mi ha permesso di avere più fiducia in me stessa, mi ha fatto sentire che ce la posso fare, che posso andare avanti nella vita, che semplicemente devo ascoltare la guida che è dentro di me, che sa cosa devo fare e mi connette con chi è più grande di me.
Quella energia, che qualcuno chiama Dio, Allah, Yahweh, Tao, Reiki, semplicemente essere, c’è, esiste, e credo che solo sentendola uno può capire il suo significato.